mercoledì 21 luglio 2010

日本


Avete presente quando alzate il coperchio per controllare se l'acqua bolle? A luglio, a Tokyo, quando si esce all'aperto si riceve in faccia la stessa vampata di vapore. La temperatura sfiora i 40 gradi e l'umidità è al 100%. Immersi in una torrida aria bagnata non si ha neanche l'impressione di sudare e come se non bastasse gli sporadici aliti di vento non recano alcun sollievo, dato che un asciugacapelli produrrebbe una corrente più fresca. Insomma, a spasso per la città ci si sente come un raviolo cinese in una vaporiera.


Ma la stanchezza accumulata durante il viaggio non basta a frenare il mio entusiasmo. Dopo non so quante ore di volo sono finalmente arrivata in una terra che mi ha sempre affascinato. Faccio fatica a crederci, ma è così: ciò che spicca verso l'alto non sono i campanili delle chiese ma vertiginosi grattacieli, la guida è a destra e bisogna fare attenzione quando si attraversano le strade, i libri iniziano dalla IV di copertina. È incredibile pensare che questo paese dalle semplici e millenarie tradizioni improntate sulla quiete, la riflessione e la pace interiore possa allo stesso tempo ospitare una delle più pulsanti e caotiche metropoli del mondo.


Abbiamo dormito tutto il pomeriggio, non riuscivamo a tenere gli occhi aperti. Ma verso sera la fame ci ha svegliati e ci siamo diretti verso Shibuya, il famoso quartiere dei divertimenti, in cerca di qualche cosa di buono da mangiare. Il nostro hotel è vicino alla stazione di Shinagawa e il modo più semplice per spostarci è la JR, la metro leggera. Non è stata un'impresa facile: ci sono veramente troppe linee, troppa gente, troppi colori e troppi corridoi...e il rischio di disorientamento è molto alto. Nella metro, pulitissima, la gente prende posto ordinatamente e inizia a leggere giornali, libri o manga (anche i business men!) oppure si attacca al cellulare...sempre che non sia vicino ai posti riservati ai disabili e ai bambini, dove invece è tenuta a spegnere gli apparecchi elettronici...e lo fa! Erano le 10 di sera e ho pensato che fossero allucinazioni da jet lag quando per la strada ho visto persone appena uscite da lavoro e ragazzini nella classica divisa marinara di scuola...qui in Giappone la giornata lavorativa è moooolto più lunga rispetto alla nostra!


Arrivati a destinazione, siamo stati attratti da quel vortice di folla e luci che è Shibuya. Ristorantini tipici giapponesi con le lampade di carta di riso all'entrata si alternano a centri commerciali, negozi di scarpe, fast food e sale per il pachinko. C'è così tanta gente che bisogna camminare intruppati e chi si ferma è un pedone morto. Veramente sorprendente è il famoso incrocio circondato da grattacieli, cartelloni pubblicitari e megaschermi, il più affollato del mondo.


La nostra visita non è durata molto, il caldo e la stanchezza si sono fatti sentire quasi subito e quindi, dopo esserci rifocillati un po', ci siamo reintrodotti in quel dedalo di corridoi della metro per tornare in albergo: la prima giornata è volata!

3 commenti:

  1. grazie chiaretta... sembra quasi di essere li con te... :) godetevi questa splendida vacanza e non dimenticarti di scrivere...è bellissimo leggere :)
    un bacione....
    Paola...

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  2. @Paola: sara fatto, mia cara!
    E ricordati che...una tappa certa dei miei prossimi pellegrinaggi...sarà una certa Amsterdam! :)

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  3. E' con immenso piacere, interesse e curiosità che leggo le tue parole, e se devo essere sincera un pò mi commuovono... sarà saperti così lontana, sarà pensarti immersa ne caos di un mondo che da qui sembra solo frutto dell'immaginazione, mia e di chi tanto ha scritto a riguardo.
    I frutti di queste sensazioni però sono gli stessi: stupore, gioia e tanto tanto affetto te!

    Patasfrulla ...

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